L’importanza strategica della sigillatura nei sistemi di rivestimento
In ambito edilizio, quando si parla di durabilità e prestazioni a lungo termine dei rivestimenti, uno degli aspetti spesso sottovalutati è la corretta sigillatura delle aree critiche. Giunti, angoli, punti di raccordo tra materiali diversi e tutte le zone soggette a movimento o a presenza di umidità rappresentano i principali punti deboli di un sistema, dove il rischio di infiltrazioni è più elevato.
Zone critiche: dove intervenire
Le aree maggiormente esposte a rischio di degrado precoce includono:
ambienti esterni soggetti a escursioni termiche;
bagni, cucine, docce e spazi umidi;
giunti strutturali e fughe tra materiali diversi;
cambi di piano o passaggi da superficie orizzontale a verticale;
raccordi tra elementi impiantistici (scarichi, sifoni, rubinetterie).
In tutti questi casi, è necessario prevedere una sigillatura elastica, continua e durevole, capace di accompagnare i movimenti differenziali e impedire all’acqua di penetrare negli strati sottostanti.
L’importanza di utilizzare formulati idonei
Per ottenere risultati efficaci e duraturi, è fondamentale impiegare sigillanti specifici formulati per applicazioni edili professionali, in grado di garantire:
elevata elasticità permanente, anche dopo cicli termici e meccanici intensi;
aderenza su diversi supporti, anche eterogenei;
resistenza all’umidità stagnante e agli agenti chimici;
stabilità e durabilità nel tempo, anche in condizioni ambientali critiche.
Questi formulati sono progettati per costituire una barriera continua ed efficace contro microfessurazioni invisibili, che tendono a manifestarsi in presenza di materiali con diverso comportamento meccanico o soggetti a deformazioni locali.
Perché anche le microinfiltrazioni sono un problema serio
Le infiltrazioni d’acqua, anche se minime, possono avere effetti dannosi nel medio-lungo periodo. L’umidità penetrata tra gli strati del sistema può:
generare sedimenti nei punti di accumulo;
evaporare per effetto del calore (ad esempio in esterno o vicino a impianti);
creare accumuli pressori localizzati, capaci di sollevare o distaccare il rivestimento;
provocare la formazione di bolle o blistering superficiale.
Tali fenomeni sono particolarmente critici nei rivestimenti con resine in dispersione, dove la presenza costante di umidità può indurre una vera e propria idrolisi dei legami molecolari che garantiscono l’adesione tra gli strati. In termini chimici, si tratta di una reazione inversa alla condensazione, in cui i polimeri tendono a dissociarsi, perdendo la coesione e compromettendo l’integrità del sistema.
La sigillatura come parte integrante della stratigrafia
Troppo spesso, la sigillatura viene considerata come un'operazione secondaria o accessoria. Al contrario, deve essere intesa come un componente tecnico essenziale della stratigrafia funzionale. La sua presenza può determinare:
la continuità del sistema impermeabilizzante;
la resistenza ai cicli termici e meccanici;
la longevità del rivestimento, prevenendo costosi interventi di ripristino.
Conclusioni: progettare per prevenire
La buona progettazione e realizzazione di un sistema di rivestimento non può prescindere dall’analisi delle aree critiche e dalla scelta di formulati sigillanti idonei allo specifico contesto applicativo. Investire nella giusta sigillatura preventiva significa prevenire danni strutturali, garantire le prestazioni del sistema e aumentare il valore dell’opera nel tempo.
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